venerdì 11 aprile 2008

Pescare malattia o passione

Citazione dal libro Bar Sport di Stefano Benni

Pescare non è un hobby, è una malattia. Il vero pescatore si riconosce da come racconta. Se mentre descrive un luccio di sei etti si esalta, allarga le braccia e salta per tutta la stanza, non è un vero pescatore. Ma se balbetta per la commozione, una lacrima gli scende dall’occhio ed un bigattino gli sale lungo la manica, ecco il nostro uomo. I veri pescatori sono soli con la loro malattia, come i cinesi con la pipa d’oppio. Il loro colore è un rosso febbrile, dovuto all’esposizione al sole d’acqua dolce, e rilucente di squame di cavedano accumulate con gli anni. Tra di loro comunicano con il rituale preciso e silenzioso. Odiano il rumore, nemico dei pesci, e se vi avvicinate con passo pesante al bancone del bar si voltano e dicono “piano, che mi fa scappare il cappuccino”. In famiglia sono affettuosi ma di passaggio. Il loro cuore è altrove. Le mogli dei pescatori sono mute eroine che sopportano pazientemente carpe gigantesche nel bidet, invasioni di vermi in tinello e tonnellate di pesce che nessuno mangia, stipate nei frigoriferi come nelle baleniere norvegesi.
I figli dei pescatori hanno del loro genitore immagini fuggenti, due stivali verdi e gocciolanti che si allontanano nella notte. Sul tema in classe scrivono: “Io sono orfano. Mio papà fa il pescatore”. Poi, a dieci anni, l’ereditarietà della malattia li colpisce inesorabilmente. La madre, disperata, li vede consultare le prime cartine idrogeografiche mentre tutti i bambini normali leggono “Playboy”. Vanno di nascosto ai giardini pubblici e catturano pesci rossi gonfi come commendatori. Finchè, una notte, la madre li vede salire sulla Seicento paterna. Hanno anche loro due stivalini verdi, un berretto alla cretina, una canna e un mulinello. Mentre la madre li saluta sulla soglia col fazzoletto, nota nel loro sguardo la stessa espressione di distacco dalle cose terrene che è del padre. E’ nato un pescatore.

martedì 1 aprile 2008

Trabucco: la pesca è logica e semplicità


Quel signore di fianco a Piscaglia è il pluricampine del mondo Trabucco. Che nella sede degli amici della città del Rubicone ci ha dato alcune delucidazioni sulla pesca in generale ed in particolare sulle breme. Grazie dunque a loro per l' ospitalità, e al grande Trab che con l' umiltà di un ragazzino ci ha mostrato le sue lenze, che manco a dirlo sono di una semplicità disarmante. Mi sa che da adesso in poi i pallini del 13 e il righello non mi serviranno più per fare le lenze.... forse..

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